A) Strumentazione di base
La dotazione minima e imprescindibile di qualunque perito grafologo include una buona lente d’ingrandimento, un pc, uno scanner ed un’ottima macchina fotografica, indispensabile per realizzare micro- e macrofotografie.
Macrofotografia: con questo termine si è soliti definire la fotografia realizzata a distanza molto ravvicinata. La normativa tecnica (norme DIN) include fra le riprese macrofotografiche tutte quelle comprese tra 1:10 (un oggetto lungo 1 cm, sul negativo risulta lungo 10 cm) e 10:1 (un oggetto lungo 10 cm, sul negativo risulta lungo 1 cm.). La pratica, invece, fa considerare “capacità macro” quella che permette ad un obiettivo di operare almeno a scala 1:3.
Microfotografia: avvicinandosi a scala 10:1 e superandola, si entra invece nel mondo della microfotografia (o più precisamente fotomicrografia), la fotografia ottenuta applicando il corpo della fotocamera a un microscopio e usando obiettivi da microscopia.
Con questi semplici mezzi è oggi possibile effettuare ingrandimenti che un tempo richiedevano l’uso di un microscopio (micro e macrofotografie), e quindi disporre di una strumentazione sufficiente per certi ambiti di indagine.
B) Strumentazione sofisticata
Ulteriori strumenti di lavoro afferenti all’ambito grafologico peritale sono il microscopio, la lampada di Wood, la fotocamera ad infrarossi e le fibre ottiche.
Microscopio: permette di cogliere alcuni dettagli altrimenti invisibili e di visualizzare approssimativamente il grado di essiccamento e di invecchiamento degli inchiostri. Può essere utilizzato in abbinamento con la macchina fotografica.
I microscopi più sofisticati consentono l’effettuazione di analisi spettrofotometriche, volte a discriminare inchiostri diversi sulla base delle loro diverse proprietà cromatiche.
Lampada di Wood: è una lampada caratterizzata da una luce ultravioletta, che consente di evidenziare scritte o disegni non visibili ad occhio nudo. E’ lo strumento che, per fare un esempio, utilizzano i negozianti per esaminare la filigrana delle banconote e verificarne l’autenticità. Ai grafologi serve soprattutto per scoprire macchie chimiche, assottigliamenti e danneggiamenti della carta.
L’ispezione all’infrarosso serve ad ispezionare la lunghezza d’onda compresa tra 450 e 1100 Nm. La tecnica consiste nel riprendere la grafia con un’apposita telecamera dotata di filtri, ognuno dei quali determina una diversa lunghezza d’onda. A seconda degli inchiostri e della lunghezza d’onda da essi determinata, sul monitor si leggeranno effetti diversi.
Fibre ottiche: sono luci fredde, prive di raggi UV e IR. Vengono impiegate con successo nell’ispezione a luce radente (la luce viene proiettata in modo radente sul documento) per evidenziare dettagli importanti (tratti apparentemente interrotti e in realtà cancellati, solchi pressori diversi, danneggiamenti della carta).
C) Strumentazione molto sofisticata
Alcuni esempi…
Ulteriori e più sofisticati strumenti sono, per citarne solo alcuni, l’ESDA, l’OLOGRAFIA CONOSCOPICA, la MICROPROFILOMETRIA LASER, la MICROSPETTROFOTOMETRIA e la CROMATOGRAFIA SU STRATO SOTTILE. Si tratta di strumenti in uso presso la polizia scientifica e alcuni laboratori altamente specializzati.
L’ESDA (Electrostatic Detection Apparatus) è un’attrezzatura che consente l’individuazione di solchi ciechi. L’esame non è invasivo nè alterativo del reperto e può dunque essere reiterato.
L’olografia conoscopica e la microprofilometria laser, entrambe prove non distruttive, vengono utilizzate per stabilire la sequenza appositiva di due tratti che si intersecano. Le due tecniche consentono di pervenire a rappresentazioni tridimensionali dell’oggetto ispezionato.
La microspettrofotometria ad infrarosso (FTIR) e la cromatografia su strato sottile (TLC), infine, sono tecniche molto sofisticate che vengono utilizzate per differenziare gli inchiostri.